giovedì 25 febbraio 2016

Onde corte

caduta

Recessione o Caduta?
- di Robert Kurz -

Il capitalismo è dinamica cieca, guidata da legittimità autonomizzata. Questo include il fatto per cui la riproduzione sociale avviene con un movimento oscillante, che non trova mai un punto di equilibrio. Ciò si può osservare su due piani. Da un lato, si tratta di un movimento ciclico di breve durata, pochi anni, nella norma degli alti e bassi della situazione. Dall'altro lato, vi sono delle mutazioni strutturali che si estendono nell'arco di diversi decenni e che, almeno al loro inizio, si legano a grandi crisi. In questo senso, si parla di "modelli di accumulazione", di "onde lunghe" o di "rivoluzioni" tecnologiche. Allo stato attuale, sul piano del lungo periodo, ci troviamo nella crisi globale della terza rivoluzione industriale, dove non si intravvede nessuna luce in fondo al tunnel, che possa annunciare una nuova grande epoca di prosperità. Sull'onda lunga di tale processo, tuttavia, si dipartono le onde corte della congiuntura. Con grande regolarità, si scambia il desiderio per la realtà e si confonde la ripresa ciclica dell'onda corta con la sospirata fine della grande crisi strutturale.

Il 2007 è stato di nuovo un anno di queste speranze infondate, in quanto la congiuntura mondiale spingeva con forza. Quel che è certo è che il nuovo ottimismo si è diffuso soltanto quando il punto culminante era già stato oltrepassato. In Germania Federale, il tasso di crescita nel 2006 ha raggiunto il 2,9% e nel 2007 è sceso al 2,5%, mentre le previsioni per il 2008 sono già state ridimensionate al 1,9%. Diventa sempre più chiaro che la ripresa riguarda soltanto il ciclo a breve periodo, che modella la profonda crisi strutturale, ma non la supera. E' vero che negli ultimi anni l'oscillazione congiunturale ascendente è stata maggiore di quanto lo è stata nei cicli precedenti. Questo, però, può significare che ora, inversamente, l'oscillazione ciclica discendente sarà anche più violenta. Il rafforzamento della situazione congiunturale degli scambio, con sullo sfondo la diffusa difficoltà generale di accumulazione, si basa, com'è noto, soprattutto sul ruolo centrale dell'economia di deficit americana. Negli ultimi anni, la congiuntura mondiale si è mossa trascinata dalla crescita del deficit americano; ora verrà trascinata dalla recessione americana che si annuncia, a causa della crisi del credito e del settore immobiliare.

L'impatto della recessione globale si farà sentire con tanto più forza quanto maggiore sarà la dipendenza di ciascun paese esportatore e, pertanto, quanto maggiore sarà la sua partecipazione alla globalizzazione. L'industrializzazione della Cina volta all'esportazione transnazionale, nella ripresa ciclica ha quasi raggiunto il volume della Germania Federale. Ma, con una popolazione circa 15 volte maggiore, l'esportazione cinese costituisce una parte assai minore della riproduzione totale. Fra tutti i maggiori Stati industrializzati, è in Germania che l'esportazione ha un peso relativamente maggiore. E' stato qui che i redditi reali hanno maggiormente regredito, in comparazione con la media europea, cosa che ha alimentato il boom delle esportazioni a prezzi modici. Il rovescio della medaglia è stata la stagnazione del consumo interno, anche nella ripresa; così nel 2007, le vendite interne dell'industria automobilistica sono scese del 3,5%. Nonostante il fatto che il mercato americano dell'auto nel 2007 si sia ridotto, come preannuncio della recessione, i costruttori tedeschi di automobili sono riusciti ad aumentare la loro quota di mercato, e così hanno più che compensato il calo della domanda interna. Ora, però, la forza si è mutata in debolezza. Una recessione globale potrebbe causare proprio in Germania una drammatica caduta.

- Robert Kurz - Pubblicato su Neues Deutschland del 18.01.2008 -

fonte: EXIT!

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